|
Il Marrone di San Zeno D.O.P. è figlio di un matrimonio perfettamente riuscito fra la mitezza del Lago di Garda e le peculiarità del Baldo. Chiamato giardino d'Europa grazie al grande patrimonio floristico, il Baldo possiede caratteristiche morfologiche molto varie e presenta quindi differenti zone climatiche. Sul versante lacustre si registrano, a pari quota, temperature medie più alte rispetto al versante della Vallagarina e vi sono notevoli differenze anche per quanto riguarda le precipitazioni: verso il Garda piovono in media circa 950 mm d'acqua, in particolare in primavera e autunno, mentre sul versante opposto ben 1300 mm. Il risultato di questo connubio è quindi un clima temperato-umido, con terreni acidi, tendenzialmente sciolti e non superficiali sui quali il prodotto esprime le proprie caratteristiche uniche.
La zona di produzione e trasformazione del Marrone di San Zeno comprende una ben determinata porzione di questo territorio, fra il lago di Garda e il fiume Adige, nei comuni compresi nella Comunità montana del Monte Baldo: Brentino-Belluno, Brenzone, Caprino Veronese, Costermano, Ferrara di Monte Baldo e San Zeno di Montagna.
I Marroni D.O.P. rappresentano circa il 40% della produzione totale di marroni nella zona del Monte Baldo Veronese, in continuo aumento. I frutti che "guadagnano" la D.O.P. provengono esclusivamente dalla tradizionale varietà locale Marrone, che si trova nella fascia del Castanetum, fra i 250 e i 900 metri s.l.m. Questa tipologia è stata selezionata nella zona di origine da castagni appartenenti ad ecotipi autoctoni e propagata nel tempo dai produttori per via agamica, cioè con un sistema riproduttivo che produce di fatto cloni identici all'individuo generante.
"Tra l'Adige e il Garda
si erge il Monte Baldo
avamposto prealpino
sulla pianura padano-veneta.
Sulle sue pendici prospera
una flora peculiare:
olivi, lecci, cedri, limoni…
castagni.
Questi ultimi anche plurisecolari,
impregnati del meraviglioso
clima del Benaco,
baciati dal sole,
offrono da immemore tempo
i loro marroni,
leccornia del palato,
alle genti del lago
tanto caro a Catullo"
Johann Wolfgang Goethe
|
|